martedì , 14 Maggio 2024
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La visione sostenibile di Manuela Rafaiani

Condividiamo con voi la stimolante intervista fatta ad un membro di spicco del board e del comitato scientifico di Symbola.

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Incontrare Manuela Rafaiani è un’esperienza che va al di là delle parole stampate su una pagina. È una donna il cui impegno e passione traspaiono in ogni gesto e ogni espressione.

Quale miglior modo per presentarla se non con le sue parole ai nostri microfoni?

Da un po’ di anni sono nel board di Symbola e anche nel comitato scientifico. Questo mi onora davvero molto, perché Symbola è la fondazione per le qualità italiane, nata per promuovere, valorizzare ma soprattutto cercare di aiutare le aziende italiane ad esprimere qualità anche attraverso la sostenibilità.

Credo che per arrivare a un mondo più sostenibile, per supportare le aziende ad essere il più possibile vicine alla natura, all’ambiente, ma soprattutto per aiutarle a consegnare un mondo un po’ migliore di quello che hanno trovato, aiutarli a comunicare, quindi a trovare un valore aggiunto in quello che fanno, nel racconto di quello che fanno, sia davvero particolarmente importante

Manuela Rafaiani

Symbola, Fondazione per le Qualità Italiane

Prima di passare al resto dell’intervista cerchiamo di contestualizzare.

Cos’è Symbola? Di cosa si occupa?

Symbola è una Fondazione a sostegno delle Qualità Italiane attiva nel promuoverle e aggregarle attraverso eventi e progetti. Lo scopo è quello di raccontare le realtà che ogni giorno si prodigano a migliorare il nostro Paese ponendo il focus della narrazione su innovazione e sviluppo sostenibile, con rispetto della creatività, del capitale umano e del territorio in cui sorgono.

Gli indicatori fondamentali che vengono tenuti in considerazione sono tre: Green Economy, Cultura e Coesione Sociale. Per Symbola sono driver fondamentali per incrementare il valore, sia economico che sociale, e per creare un modello di qualità inscindibile all’identità del territorio e alla vision aziendale.

La Fondazione fu creata nel 2005 e da allora non fa che prodigarsi nella narrazione di “un’Italia che non si vede, bella e appassionata, ma che ha bisogno di essere raccontata”. Perché è solo portando alla luce esempi virtuosi del nostro paese che altre persone, altri imprenditori, possono sentirsi ispirati a fare meglio, a fare di più, per il bene del nostro pianeta e di tutti noi.

Symbola | easy4green
A parlare: Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola
Crediti: Symbola instagram

L’impegno delle aziende italiane verso la sostenibilità aziendale

In un contesto come quello di Symbola, che ha messo insieme le migliori menti del Paese per perseguire al meglio i propri scopi, si posizionano la figura e l’impegno di Manuela Rafaiani. E con questa breve premessa, torniamo alla nostra intervista.

Attualmente il tema della Sostenibilità in Italia è in forte ascesa e le attenzioni sono aumentate sia da parte dei produttori che dai consumatori; partendo anche dal punto di vista di questi ultimi che si può risalire ad alcuni dei motivi per cui le aziende hanno iniziato ad adottare un comportamento più virtuoso.

Da un recente sondaggio, proposto da Symbola e Ipsos, che valuta la percezione dei consumatori rispetto al tema della sostenibilità, sono emersi dei dati interessanti.

Alla domanda “Perché acquisti un prodotto sostenibile?” sono state riscontrate tre motivazioni:

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Manuela Rafiani nell’intervista racconta del sondaggio
  • Etica
    Solo il 6% degli intervistati ha dato questa motivazione per cui optare per un prodotto sostenibile, proprio in quanto tale, a sostegno di una produzione a basso impatto ambientale;

  • Paura
    Ben il 37% degli intervistati acquista prodotti sostenibili per timore che altrimenti il Pianeta venga devastato e che una produzione poco sostenibile causi danni all’ambiente;

  • Qualità
    La stragrande maggioranza, invece, li sceglie per una percezione di qualità secondo cui un’azienda che decide di passare ad una produzione a ridotto impatto ambientale sia anche più propensa a studiare e investire in tecnologie all’avanguardia e materie prime migliori.

Questo è lo specchio che viene restituito dagli occhi dei consumatori, ma è anche il riflesso che troviamo nelle motivazioni che portano un’azienda a innovarsi e rispettare il pianeta. Stiamo assistendo ad un aumento degli imprenditori consapevoli, che scelgono di investire in un mondo migliore e che con le proprie azioni cercano la soluzione più idonea alla salvaguardia dell’Ambiente.

La necessità di un nuovo paradigma culturale

Il mondo e il mercato stanno cambiando e per restare al passo è necessario evolversi e migliorare. Ecco perché è importante prendersi cura del tema della sostenibilità, non solo come motore economico, ma soprattutto come valore etico fondamentale. Non è più sufficiente posizionare il proprio prodotto con le giuste caratteristiche, anche in termini di sostenibilità, è necessario lavorare sulla propria persona e sul proprio marchio.

È tempo di abbandonare il più sicuro e protetto ambiente aziendale per confrontarsi con il mondo che ci circonda. In questa direzione un ottimo riscontro può venire dalle nuove generazioni, fortemente sensibilizzate sul tema della sostenibilità. I loro valori possono diventare i nostri, per tracciare un sentiero dorato che ci porterà verso un futuro migliore.

Symbola | easy4green
Giovani che scioperano contro il cambiamento climatico
Foto di Li-An Lim su Unsplash

È il caso di Unilever, multinazionale già trattata nel nostro blog come case history per comprendere lo sviluppo sostenibile. Ce ne ha parlato anche Manuela Rafaiani citandola come esempio del cambiamento di paradigma:

Faccio un piccolo esempio di una società internazionale. Una multinazionale, Unilever, che ha capito una cosa sostanziale: non è sufficiente produrre meglio il proprio prodotto. È necessario andare oltre. Fare in modo che l’azienda lasci un segno, ponendosi questa domanda: “Ma il mondo è un po’ migliore perché ci sono io come azienda? Perché ci sono io come leader?” Unilever l’ha fatto e ha incominciato a capire quali fossero i problemi principali dei luoghi di lavoro.

Manuela Rafaiani

Continua Rafaiani:

Ad esempio, hanno avuto un problema forte di cultura sanitaria, anche igienica. Allora hanno costruito dei piccoli saponi salvagente che hanno aiutato le mamme a lavare meglio i bambini in situazioni difficili, devastate da un punto di vista di igiene personale. Tutte queste cose messe insieme, cioè dire “Io non sto soltanto producendo un qualcosa di sostenibile, ma sto aiutando il mondo ad essere migliore” hanno trovato veramente grandi vantaggi. Al punto che il profitto è aumentato del 300% in un anno.

Manuela Rafaiani

Cambia quindi l’approccio, non solo al proprio lavoro ma anche verso i dipendenti e le persone che compongono le piccole realtà aziendali, i singoli reparti e unità; diventa cruciale capire i driver che guidano una persona a scegliere di lavorare per un determinato brand o a seguire un leader.

È solo attraverso questa comprensione che possiamo migliorare, trasformando il nostro lavoro da una ricerca di profitto a breve termine o di uno stipendio a fine mese, in una vera missione o vocazione per rendere il mondo un posto migliore.

Il ruolo dei Leader nelle aziende

I leader hanno un ruolo fondamentale. Qual è l’elemento principale che un leader deve avere? È la capacità di mantenere unita la propria società. Di farla crescere e fare in modo che tutte le persone che ci lavorano non solo siano felici del proprio lavoro, ma che riescano ad apportare un valore a loro stessi e alla società.

Manuela Rafaiani

Per Manuela Rafaiani il segreto per fare ciò è la conoscenza. Non solo quella di natura tecnica e burocratica necessaria per gestire efficacemente gli affari, ma soprattutto quella di natura umana e relazionale con i propri dipendenti.

È evidente che in una grande multinazionale, un Amministratore Delegato farà un po’ fatica a conoscere tutti. Però ci sono dei vari livelli e ci sono anche dei valori comuni che devono essere comunicati e condivisi. Non soltanto dall’alto. È molto importante capire quali sono gli elementi fondanti del piacere di lavorare in un’azienda, per una persona.

La carta dei valori non deve essere imposta dall’alto, non deve essere semplicemente un manifesto che si mette sul proprio sito. Deve essere qualcosa che va veramente condivisa con i dipendenti. Per questo il leader deve fare un grande passo culturale. Si sta spingendo sempre più verso un elemento importante: la consapevolezza della propria azienda. “Io servo davvero a lasciare qualcosa di migliore, oppure sto semplicemente aumentando il mio reddito?

Manuela Rafaiani

Una consapevolezza che ha colpito tutti a seguito della grande crisi finanziaria in cui si è capito che le aziende stavano perdendo la propria missione e i propri valori. Una missione non più condivisa dalle persone ai vertici, che ha creato delle insanabili crepe nella struttura aziendale.

Oggi invece si ha un totale cambio di direzione. Fortunatamente possiamo assistere ad un mercato che ha ampiamente digerito il concetto di sostenibilità, riuscendo a dare molta più importanza di un tempo ai Fattori ESG. Ovvero i punti chiave identificativi della sostenibilità aziendale che abbiamo avuto modo di approfondire nell’articolo della Finanza Sostenibile.

Amplifying the “S” – Social First

La “S” di ESG sta per “Social”, ossia l’attenzione ai temi sociali per quanto riguarda il mondo del lavoro, come l’inclusione e la tutela dei diritti dei lavoratori. Un aspetto che oggi non possiamo sottovalutare, non solo nel nostro contesto locale, ma considerando con serietà anche le dinamiche globali.

Perché? Perché sembra incredibile, ma questo è il periodo storico in cui c’è il maggior numero di schiavi al mondo. Sono all’incirca 40 milioni. 15 milioni di persone sono ridotti in schiavitù perché sono obbligate da matrimoni forzati.

Manuela Rafaiani

Altri 25 milioni lavorano nelle catene di subfornitura. Sappiamo che per produrre un bene ed essere competitivi è necessario tenere i prezzi bassi, ma per fare ciò molte volte si ricorre a diversi livelli di subfornitura di cui generalmente ne vengono controllati i primi due.”

Manuela Rafaiani

Come ci ha spiegato Manuela, si giunge quindi a situazioni in cui la schiavitù sembra quasi legale, poiché al di là di questi due livelli di subfornitura non vengono effettuati controlli. Tuttavia, questi subfornitori spesso creano nuove catene di lavoro che si estendono dall’altra parte del mondo.

Questo accade spesso in Paesi molto più poveri, dove manca una cultura del lavoro e le leggi non offrono adeguata tutela ai dipendenti, compresi i bambini. Dal punto di vista legale non vi è alcun reato, ma accettare tali situazioni implica una condivisione etica, il che, come sottolinea Manuela, è inaccettabile in un Paese come il nostro.

Symbola | easy4green
Manuela Rafiani nell’intervista parla dell’Amplifying the “S” – Social First

Per non parlare delle situazioni di altre nazioni dove, per poter essere assunti, è necessario versare un ingente somma di denaro al futuro datore di lavoro. Ovviamente, trattandosi di Paesi sotto la soglia di povertà, l’unica soluzione è quella di farsi prestare tale somma dal datore di lavoro che, mantenendo gli stipendi bassi, si mette nella condizione di sfruttare i lavoratori per diversi anni prima che questi possano estinguere il debito contratto.

Il ruolo delle aziende non è soltanto quello di avere cura del proprio orticello, ma di capire che cosa succede nel mondo, di lavorare e di lottare. E per questo anche il leader deve essere molto coraggioso. Dire quello che pensa. Portare avanti delle battaglie che possono essere non particolarmente apprezzate dalla società, ma che vanno intraprese se si vuole veramente lasciare un segno.

Manuela Rafaiani

È fondamentale avere sempre i piedi per terra, essere vicini e ricordarci che in realtà noi siamo qui perché abbiamo una missione. Non soltanto perché dobbiamo fare cassa. È veramente molto importante. La “S” va tenuta molto in considerazione.

Un cambiamento è realizzabile! Perché siamo noi a costruire il nostro destino. E se vogliamo un futuro migliore non ci resta che dare vita ad una nuova forma di capitalismo, uno buono, che dipende soltanto da noi.

Bisogna cambiare profondamente, non è più un voltare pagina, bisogna cambiare proprio il libro.

Manuela rafaiani

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