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Conosciamo il Plastic Hub di Spazioerre

“Il progetto della comunità per la comunità”, che prese vita nel Marzo del 2023, con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema dell'inquinamento da plastica.

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Crediti: Spazioerre instagram

Era Marzo del 2023 quando, tre creativi diedero vita ad un progetto che mettesse le persone al centro di un processo di riuso dei rifiuti plastici. L’idea di Ludovica, Federico e Filippo prendeva a piene mani ispirazione da Precious Plastic, un modello open-source mondiale.

Così nacque Spazioerre.

Una realtà che, ad oggi, ha creato uno spazio multifunzionale a Casale Camerini (Roma) grazie al contributo della Regione Lazio e del III Municipio. Vi sono punti di raccolta e laboratori creativi dove si può partecipare al processo di trasformazione della plastica partendo da dei semplici tappi di bottiglia per trasformarli in elementi di arredo.

Ma cos’è, più nello specifico, Spazioerre?
Scopriamolo insieme con un’intervista al founder del progetto, Federico Priori.

Conosciamo Federico Priori, founder di Spazioerre

All’Earth Day 2024, tra le grandiose attività che vi abbiamo già raccontato, siamo riusciti ad intervistare Federico Priori, presente al Villaggio per la Terra, grazie alla preziosa realtà di Spazioerre.

spazioerre, riciclo tappi plastica | easy4green
Federico Priori durante l’intervista all’Earth Day

Appassionato fotografo, graphic designer e strategist. Così si descrive nella sua Bio LinkedIn, che rispecchia molto anche la storia di come sia nato Spazioerre. Nel corso delle sue esperienze ha scoperto di amare tanto il dinamismo che si crea lavorando a contatto con un team, ed ha sviluppato le giuste competenze che gli permettono di amalgamare elementi fondamentali nello sviluppo di un brand.

Mettendo sul tavolo tutti questi elementi, ha dato vita, insieme ad altre due persone, a Spazioerre. Oggi quest’attività occupa gran parte del suo tempo ed è il luogo in cui può dare fondo a tutte le sue idee, capacità e obiettivi. Creatività e Sensibilizzazione sono infatti alla base del progetto di creazione di un Plastic Hub multifunzionale che vuol anche essere un faro per la sostenibilità e la crescita di una comunità consapevole, presente e soprattutto partecipe.

La realtà di Spazioerre

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Crediti: Spazioerre

“Spazioerre è un’associazione che è nata due anni fa, perché volevamo mettere a terra un progetto che restituisse qualcosa alla città di Roma e facesse avanzare il concetto del riuso della plastica.”

Tutto nacque dalla partecipazione ad un bando della Regione Lazio. Essendo Federico un appassionato ed esperto di grafica e comunicazione, hanno cercato di dare un taglio creativo al proprio progetto. In più, avendo accesso ai fondi, sono riusciti a creare un laboratorio in cui poter costruire i macchinari adatti e poter successivamente testare il processo di riuso della plastica.

Principalmente, Spazioerre si occupa di arredo urbano. Il processo parte dal HDPE (dall’inglese ‘High-Density Polyethylene), ovvero il polietilene ad alta densità, e dal polipropilene (PP), che sono la maggior parte dei polimeri con cui vengono creati i tappi delle bottiglie. Ovviamente vengono lavorati anche altri materiali plastici, ma utilizzare i tappi come prodotto di punta, crea una ‘call to action’ sociale.

Chi non ha dentro casa dei tappi di plastica? In questo modo anche i cittadini vengono coinvolti nel processo di riutilizzo, ricevendo in cambio qualcosa di utile e tangibile.

Una panchina, ad esempio. La prima la poseremo fra due settimane nel III Municipio, nei pressi del casale che ci ha concesso l’amministrazione. È stato un progetto interessante quest’anno perché la cittadinanza ha collaborato parecchio. Ci hanno fornito circa 200 chili di plastica con cui noi stiamo realizzando un design di panchina unico, ovviamente sviluppato da noi, che avrà essa stessa un raccoglitore integrato per continuare la raccolta della plastica. Quindi un’ulteriore call to action sociale per poter continuare il processo.

Un’idea vincente alla portata di tutti

Ma cos’ha davvero portato alla creazione di Spazioerre? Da dove è nata la voglia di creare una simile iniziativa e in questo campo particolare?

“Noi abbiamo sempre lavorato nel mondo degli eventi e della comunicazione. Abbiamo anche un’agenzia di comunicazione e volevamo avere un progetto che lasciasse qualcosa. Che avesse un significativo impatto anche sul territorio. Per di più ci fa piacere comunque diffondere questo processo creativo del riuso, perché è alla portata di qualunque cittadino voglia partecipare, anche nella costruzione dei macchinari stessi.”

E questo progetto importante l’hanno trovato. Collegandolo anche ad un tema altrettanto fondamentale come quello del riciclo della plastica. Un materiale impossibile da smaltire dal nostro pianeta, ma che può essere utilizzato come un semilavorato qualunque. Quindi perché non spargere il messaggio che sia possibile riciclarla in modo utile e creativo? Spazioerre ha deciso di farlo, almeno per quanto riguarda il comune della nostra capitale.

Il processo di riuso

Come detto poco fa, abbiamo intervistato Federico nel suo stand presso l’Earth Day. Con lui c’era una miniatura dei macchinari presenti a Casale Camerini, sede di Spazioerre, attraverso cui ci ha mostrato una versione semplificata del processo di riutilizzo dei tappi di plastica.

In realtà tutto il flakes della plastica che noi abbiamo triturato, man mano viene trasformato dall’iniettore in una pasta malleabile, una sorta di pasta dentifricia. Ogni polimero ha la sua temperatura di fusione.

Per i profani, “flakes” è il termine inglese con cui vengono chiamati i rifiuti puliti e tritati della plastica, che assomigliano a tanti coriandoli o, per riprendere il termine, dei fiocchi di plastica. Ma il processo in sé, come si compone?

La raccolta dei tappi

Parte tutto dal reperimento delle materie prime. Come abbiamo già visto, Spazioerre ha scelto i tappi di bottiglia per coinvolgere maggiormente i cittadini nel processo di riutilizzo della plastica. Ma non è la sola motivazione: i materiali utilizzati, ovvero HDPE e PP sono tra i più duttili, meno tossici e che necessitano di temperature meno elevate.

Su ogni tappo viene indicato un numero, per poter identificarne il materiale di cui è composto; più precisamente, l’HDPE corrisponde al numero 2, mentre il polipropilene al numero 5.

Il lavaggio

Una volta raccolti tutti i tappi, facendo attenzione che i codici siano quelli corretti (2 e 5), la plastica viene lavata e asciugata molto bene. Questo serve a impedire che si formino delle bolle d’aria all’interno degli oggetti finiti. Con i tappi, fortunatamente, questo processo è molto più snello: trattandosi infatti di prodotti generalmente molto più puliti rispetto ad altri rifiuti, richiedono meno tempo ed energie per portare a termine questa fase.

La prima lavorazione

La prima fase di lavorazione consiste nello sminuzzare la plastica.

Il macchinario è chiamato ‘Shredder’ e serve a ridurre la plastica in granuli che vanno dai 5 agli 8 millimetri di grandezza. Al termine di questa fase la plastica diventa simile al pellet per essere poi fusa più facilmente.

La pasta modellabile

Una volta della dimensione corretta, i granuli di plastica, o flakes, passano attraverso un estrusore che li fonderà per renderli più simili ad una pasta modellabile. Essa verrà poi inserita in uno stampo di acciaio Inox, dove prenderà la forma dell’oggetto finale.

Le possibilità sono infinite” recita il volantino di presentazione di Spazioerre. E come dargli torto? La plastica, infatti, regala un mondo di opportunità tutte da sperimentare! E siamo sicuri che Federico e i suoi colleghi non vedono l’ora di creare sempre nuovi modelli, stampi e arredi con cui abbellire il parco della cascina!

Il futuro di Spazioerre

Il brand Spazioerre è ricco di aspirazioni!

La prima è diventare un laboratorio di sviluppo tecnologico per i macchinari necessari al riciclo, la seconda è riuscire a divenire un punto di raccolta per i rifiuti plastici, il terzo è poter essere un laboratorio di trasformazione dei materiali riciclati ed infine, ultimo ma non per importanza, è diventare uno spazio sociale per eventi di sensibilizzazione, workshop e tanto altro.

Spazioerre vuole essere uno spazio multifunzionale dove i rifiuti potranno trovare una seconda vita grazie al riciclo. Il tutto col fine di diminuire la domanda di nuova plastica e generare una proficua economia circolare nel cuore della nostra penisola.

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