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Milano si innova verso un Ecosistema Digitale Urbano

Insieme a Layla Pavone entriamo nel board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale del Comune di Milano.

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Layla Pavone

Milano.

Capoluogo lombardo e città delle mille promesse. Per alcuni, il cuore pulsante della nostra Penisola. Milano è una città in cui si incontrano modernità e tradizione. Dove il passato convive con un futuro che corre veloce, molto più delle persone che la abitano. Capitale della moda italiana, ma anche epicentro dell’innovazione digitale.

E proprio di questo percorso d’innovazione vogliamo parlare oggi con un’intervista a Layla Pavone, coordinatrice del board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale del Comune di Milano. Ad oggi, responsabile delle attività di pianificazione e coordinamento delle attività del consiglio del board.

Layla Pavone, una Figura Chiave per la ‘Smart City’

Curiosità, voglia di fare sempre cose nuove, uno sguardo verso il futuro e verso l’innovazione.
Attraverso queste parole si descrive Layla Pavone. Caratteristiche centrali anche nel suo lavoro, con un’esperienza di oltre vent’anni nel mondo dei media e della comunicazione.

“Cosa ci faccio io qui? È una domanda che mi pongo tutti i giorni ed è giusto che sia così, perché è un lavoro molto innovativo.”

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Layla Pavone
Crediti: LinkedIn

A suo dire, ha avuto la fortuna di trovarsi “al posto giusto nel momento giusto”, ma la fortuna gioca solo un ruolo marginale quando parliamo di persone che hanno ben chiari i proprio obiettivi. Non è quindi un caso che nel 1994, alla nascita di Internet, abbia potuto crescere e costruirsi una carriera. Un’esperienza tutta nuova, quella del mondo digitale, che ha fatto sua per poi avere l’opportunità di metterla al servizio di aziende che si affacciavano alle novità.

La Sfida e la Visione Attuale del Board

L’intervista si è svolta proprio sul tavolo che ogni mese accoglie la riunione del board, dove abbiamo potuto respirare e vedere con i nostri occhi l’ambiente dove nascono l’innovazione e il cambiamento.

Oggi la “partita” vede scendere in campo i temi di collaborazione tra pubblico e privato. Temi che, in realtà, sono già stati affrontati per le aziende private, ma che ora cercano di coinvolgere anche i cittadini. Secondo Layla Pavone, ad oggi, questo è il tema più rappresentante del board che coordina.

“È un organismo all’interno del Comune di Milano che fa un po’ da cerniera fra il mondo esterno all’amministrazione milanese e l’amministrazione stessa. Il board è composto da dodici stakeholder che rappresentano il mondo dell’accademia, il mondo delle aziende, il mondo delle associazioni, il mondo delle start up.”

È una partita, come le piace definirla, in cui gioca tutta la città, con competenze ed esperienze che vengono messe sul tavolo. Valori che aiutano l’amministrazione nella crescita della trasformazione digitale, dei servizi e dei processi che vengono offerti ai cittadini.

Il compito dell’amministrazione è quello di innovare. E per farlo guarda molto all’esterno delle sue mura, cercando di capire cosa c’è fuori e di incarnare al meglio il paradigma dell’Open Innovation. “L’innovazione oggi si fa per linee esterne” dice proprio questo paradigma. E si compie portando le caratteristiche e le peculiarità del mondo del privato e delle associazioni in un contesto differente. Se si lavora in squadra, tutto ciò è possibile.

La grande sfida secondo me oggi è proprio questa: riuscire a gestire e ad affrontare i temi legati all’innovazione e alla sostenibilità, che parallelamente è un ambito nel quale tutte le aziende pubbliche e private oggi si devono impegnare, cercando di creare valore, di portare poi alla fine nuovi servizi o migliorando i servizi attraverso appunto digitale tecnologia ai cittadini milanesi con anche un’ambizione che è quella di riuscire a condividere tutto quello che stiamo facendo non solo a livello locale ma anche a livello nazionale. E possibilmente anche a livello internazionale.

Ecosistema Digitale Urbano

Un presupposto necessario prima di affrontare il tema della digitalizzazione urbana è che il lavoro di squadra, a cui abbiamo fatto riferimento nel paragrafo precedente, è fondamentale. Da soli, ormai, non si va da nessuna parte. Infatti, al giorno d’oggi si parla di trovare fattori comuni e di contaminare le proprie competenze ed esperienze. Per Layla Pavone, questa è “senz’altro la modalità con cui possiamo approcciare la complessità di questa società e di questa economia, che sicuramente basa molto della sua crescita e dello sviluppo sull’innovazione tecnologica.”

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Ecosistema digitale urbano
Crediti: Gerd Altmann | Pixabay

Ma cos’è l’Ecosistema Digitale Urbano?

Per una città come Milano significa far sì che l’amministrazione comunale abbia un proprio gemello digitale. Un progetto che il board ha messo in atto due anni fa.

Oggi Milano ha un Digital Twin che serve proprio per gestire dal punto di vista tecnologico e digitale la città. Anche in logica predittiva. Anche con la capacità di riuscire a predire o prevenire tutta una serie di problematiche. Per risolverle prima ancora che accadono o trovare delle soluzioni a dei problemi che, anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ad esempio, si riesce a fare. Tutto questo mettendo però a fattor comune i dati. Perché Ecosistema Digitale Urbano significa anche, in altre parole, Data Driven City o Smart City.

Smart City e Smart Citizen

Layla Pavone lo dice spesso: “Non esiste Smart City se non abbiamo Smart Citizens”.

Ad oggi, Milano è gestita dai dati digitali che ha in mano il comune, nel proprio portale di Open Data dispone di oltre 2500 dataset pubblici di aziende e relativi settori in cui sono state precedentemente categorizzate.

“Immaginiamo tutto il portato che le aziende private, con i dati che hanno a disposizione, possono contribuire a fornire in termini ancora una volta di crescita, di sviluppo di nuovi servizi e di valore aggiunto che creiamo.”

Il tutto tenendo il benessere dei cittadini al centro di ogni pensiero e obiettivo. Perché dopo 35 anni di carriera, sebbene in ambito privato, ciò che più appassiona Layla Pavone è la possibilità di mettere tutte le competenze e le esperienze acquisite al servizio dei suoi concittadini.

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Layla pavone parla della smart city

“Il fatto di avere un board di persone che dall’esterno lavorano con l’amministrazione e che attraverso la rete che possiamo mettere a fattor comune ci consente di avere una Smart City che nel tempo stiamo costruendo.”

Consapevolezza Digitale

In tal senso, l’amministrazione lavora a stretto contatto con la cittadinanza su un percorso di consapevolezza digitale. Oggigiorno abbiamo tutti accesso ai social media, persino le categorie che dovrebbero non poter navigare sulle piattaforme, come ad esempio i giovanissimi. Ma il libero accesso e la possibilità di esplorare le pagine web non vanno di pari passo con la consapevolezza di ciò che queste azioni comportano.

Diritti e doveri. Rischi e opportunità. Ma anche responsabilità, sia come cittadini che come genitori e professionisti.

Il tema è quello di accompagnare anche i cittadini nelle varie fasce, o cluster, più o meno sensibili o fragili da questo punto di vista. Il tema degli anziani e degli immigrati è molto importante. Così come il tema dei giovani. È fondamentale, nel momento in cui ci approcciamo ad utilizzare questo strumento always-on. Che ci ha, sì, consentito ovviamente di accedere a tutta una serie di informazioni, di essere in una società molto democratica in termini di informazioni, ma che comporta anche tutta una serie di problematiche e di complessità.

In qualità di amministrazione di una città come Milano, il board ha la responsabilità, quindi, non solo di gestire queste complessità, ma anche di accompagnare tutti i cittadini in questo percorso di consapevolezza. Un tema di fondamentale importanza in questo momento, dove siamo tutti connessi.

Data Driven City

Il concetto di Data Driven City rappresenta un nuovo paradigma per guidare lo sviluppo dell’ecosistema digitale. All’interno di questo tema la comunicazione diventa fondamentale, affinché migliorino l’efficienza urbana e la qualità della vita e, al contempo, venga promossa l’idea di una città sostenibile. La conoscenza e la consapevolezza sono fondamentali per parlare nel modo corretto di digitalizzazione e intelligenza artificiale: è il fattore determinante affinché ogni cittadino possa muoversi in maniera serena in tutta questa complessità di dati.

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Layla Pavone durante l’intervista ci parla del data driven city

Un’amministrazione come Milano, oggi, deve essere presente anche fisicamente nei quartieri. Ad esempio creando dei momenti di formazione, organizzando delle classi dove facciamo formazione digitale ai cittadini, lavorando con le aziende. Perché una cosa molto bella che noi facciamo è quella di coinvolgere le aziende e di chiedere a quelle che hanno know-how di poter mettere a disposizione le loro risorse. Lo facciamo facendo formazione diretta, creando delle classi con i cittadini, o facendo lo SPID alle persone che non sono in grado di farlo. E spiegando anche a che cosa serve uno strumento come lo SPID.

Così è nata, anche “Cyber Secure City“, una piattaforma progettata in collaborazione con Milano Smart City Alliance. Si tratta di un sito che contiene circa 120 ore di video formazione suddivise in un’ottantina di corsi. Ogni corso è indirizzato a specifici cluster quali studenti o immigrati, ed è tradotto fino a 15 lingue diverse. Queste risorse diventano così fruibili a molte più persone, di diversa nazionalità, che approdano a Milano da Paesi esteri e senza conoscere ancora la nostra lingua.

E per gli anziani?
In un paese come il nostro, in cui l’età media è molto alta, non possiamo dimenticarci di una così grande fetta di popolazione. Con così tante persone sempre più ‘over’ risulta necessario riuscire ad affiancarli nel loro approccio con la vita online. Non trattandosi di nativi digitali, infatti, è importante far capire loro come utilizzare al meglio le piattaforme social e come fruire al meglio dei servizi disponibili su di esse, con vantaggi e responsabilità che questi comportano.

L’Intelligenza Artificiale nella Gestione di una Città

È sotto gli occhi di tutti la discussione sull’utilizzo dei social. Nello specifico, sul ruolo che ha l’intelligenza artificiale nella comprensione degli algoritmi e di come impiegarli per costruire dei servizi. Il tutto, ovviamente, fatto in un’ottica di trasparenza, partecipazione e inclusione verso la cittadinanza che questi servizi li utilizza quotidianamente.

Sono tutte tematiche che devono essere affrontate, come dico sempre, con una visione olistica. Perché non ci sono confini fra assessorati, direzioni di divisione e processi che vengono offerti su queste piattaforme. Si tratta veramente di continuare a creare dei ponti, metaforicamente parlando, che possano rendere più fluido e meno complicato questo mondo già complicato e complesso. Dobbiamo cercare di utilizzarlo e di renderlo più fruibile possibile soprattutto pensando sempre ai cittadini e alle fasce più fragili della popolazione.

Il Paradosso della Smart City

Recentemente si è tenuta una riunione dell’amministrazione del board, composta da più di quattordicimila persone. Il tema fondamentale risulta essere sempre l’informazione e, conseguentemente, anche quello della comunicazione.

Non basta, infatti, emettere un singolo comunicato. Oggi, nel pieno della società dell’informazione, risulta quanto meno anacronistico ma anche palese che sia estremamente difficile avere accesso a delle informazioni corrette e coerenti.

Lo sforzo dell’amministrazione, infatti, è volto ai cittadini, affinché siano costantemente aggiornati su quanto il board fa e quanto esso cerchi di mettere al primo posto le esigenze del singolo attraverso della formazione agli impiegati comunali. La necessità è quella di far sapere in continuità e in maniera chiara gli sforzi che vengono compiuti ogni giorno. Un vero paradosso della Smart City sprovvista di Smart Citizen.

Digital Twin: Il Gemello Digitale della Città

Con la raccolta dei dati è possibile costruire un gemello digitale della città. Un processo che il board sta facendo già da due anni, inscindibile dal concetto di sostenibilità. Questa “visione olistica” di cui parla Layla Pavone si lega al fatto che ambiente, società e governance sono tutti punti chiave per poter sviluppare progetti sostenibili per la città e la cittadinanza.

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Layla pavone spiega il perchè il gemello digitale della città ha a che fare con la sostenibilità

ESG significa esattamente questo: Environment, Social e Governance, che è un po’ l’amministrazione e in qualche modo la rappresentazione di una città come Milano. Città che cerca di essere quanto più inclusiva, in una logica partecipativa nei confronti dei propri cittadini. Parliamo di quasi un milione e mezzo di abitanti e city users, ovvero le persone che arrivano tutti i giorni in città, e qualche ora sono dei cittadini milanesi.”

Ogni servizio deve essere sempre più inclusivo e, per definizione, sempre più sostenibile affinché possa risultare fruibile a tutti i cittadini. Unitamente a ciò, il board sta integrando l’utilizzo del digitale perché possano essere sempre più efficienti. Questa innovazione tecnologica si collega, quindi anche al Climate Change. Un tema che non può non toccare una città come Milano, inserita in una delle zone più inquinate del nostro paese: la Pianura Padana.

Un Progetto Sostenibile e Consapevole

Tutte queste tematiche riportano al tema principale: l’Ecosistema Digitale Urbano che il board sta portando avanti per innovare il capoluogo lombardo. Un ecosistema che viene rappresentato dai propri cittadini, dalle aziende, dalle associazioni, dalle accademie. Tutti uniti in una collaborazione atta a far crescere ognuno la propria realtà in maniera totalmente sostenibile.

Tutte queste tematiche sono un principio di vasi comunicanti che noi dobbiamo imparare a gestire. Secondo me la chiave per riuscire ad affrontare questa complessità, per parlare di sostenibilità, è legata proprio all’essere consapevoli che se siamo cittadini, siamo persone che oggi devono stare su questo pianeta e riuscire a dare un contributo ognuno per quello che rappresenta. Ma con la possibilità di essere totalmente consapevoli. Perché spesso il problema, anche quando parliamo di sostenibilità, è che magari le persone pensano solo all’ambiente. Ma sostenibilità significa includere, portare a bordo le fasce più fragili della popolazione, far sì che la città di Milano abbia una sensibilità ancora più forte da questo punto di vista.

Una Speranza per il Futuro

“Tutti quanti oggi abbiamo un’opportunità. Io ho speso tutta la mia vita professionale nel digitale con l’ambizione e la speranza che potesse portare un contributo importante, come è stato, dal punto di vista della crescita. È chiaro che oggi stiamo vivendo un momento molto delicato a causa di tutti i rischi che l’innovazione tecnologica comporta se non gestita, se non governata.”

Queste sono le parole della nostra intervistata quando gli abbiamo chiesto quali speranze a lungo termine avesse riguardo al suo impatto personale sulla sostenibilità e sulla qualità della vita dei suoi concittadini circa il progetto di Ecosistema Digitale Urbano.

“Il tema, secondo me, è non tanto tecnologico ma più legato alle persone, al renderle consapevoli di che cosa significa innovazione tecnologica, intelligenza artificiale. Solo nel momento in cui saranno consapevoli e riusciranno a gestire questa grande spinta, l’innovazione che oggi stiamo vivendo, riusciremo a governare l’innovazione stessa. Perché il rischio e quindi la speranza è che questa splendida opportunità che noi abbiamo si accompagni ad una crescita serena della società, sotto ogni punto di vista.”

Questo è ciò che ancora appassiona Layla Pavone e la spinge ad impegnarsi, mossa da una speranza per il futuro. Ogni cittadino ha il diritto e il dovere di mettere le proprie competenze a disposizione della comunità e della società per crescere tutti insieme nel migliore dei modi. Un futuro legato a doppio filo ai temi dell’innovazione edel digitale, in cui nessuno venga discriminato.

“Milano è una città che incarna un po’ quello che ho cercato di raccontare. Questa volontà di avere una spinta forte verso l’innovazione, senza però dimenticare che tutti i cittadini devono partecipare in maniera equilibrata e soprattutto consapevole, con totale trasparenza e sfruttando al massimo le opportunità che oggi grazie all’innovazione tecnologica e al digitale possiamo offrire.”

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