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Guardiani del Mare Adriatico: Il Contributo di Fondazione Cetacea alla Conservazione Marina

Conosciamo questa bellissima realtà attraverso le parole della Dottoressa Alice Pari.

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Alice Pari | Fondazione Cetacea

Fondazione Cetacea è un’organizzazione nata nel 1988 con lo scopo di tutelare l’ecosistema marino, con una particolare attenzione al Mar Adriatico. È formata sia da figure di professionisti per la salvaguardia della fauna marina come biologi, veterinari e naturalisti, sia da moltissimi volontari che hanno a cuore la vita di animali in difficoltà.

La Fondazione gestisce uno dei centri di recupero più importanti e attivi dell’Emilia Romagna e delle Marche per le tartarughe marine.

Salvando fino a 60 esemplari all’anno rappresentano un punto di riferimento cruciale per l’Adriatico e per l’intera nazione.

Il Centro, nel corso degli anni, ha curato e rilasciato oltre 700 tartarughe marine.

Ma non finisce qui!

tartarughe | fondazione cetacea

La Fondazione si impegna anche nella raccolta di dati riguardanti la salute del nostro mare, queste informazioni vengono raccolte attraverso i rilevatori satellitari posizionati sui carapaci salvati che fungono da indicatore biologico. Proprio per questo, la Fondazione è ufficialmente riconosciuta come Ente di Ricerca a livello nazionale e Centro di Educazione Ambientale.

fondazione cetacea | easy4green
Questo è il momento in cui viene rilasciata una tartaruga curata dalla Fondazione Cetacea
Credit: Fondazione Cetacea

Easy4Green incontra Fondazione Cetacea

Noi di Easy4Green abbiamo colto l’occasione per fare due chiacchiere con Alice Pari, dottoressa in Antropologia Culturale ed Etnologia, laureata all’Università di Bologna e anche membro attivo della Fondazione.

Alice Pari: La Voce della Conservazione Marina

alice pari - salvaguardia tartarughe | fondazione cetacea
Alice Pari
Credit: Fondazione Cetacea

Iniziando come volontaria nel 2005, spinta dall’entusiasmo del padre che già faceva parte di fondazione, proprio qui ha trovato la sua strada per coniugare il desiderio di impegno sociale e ambientale.

Oggi si occupa di ufficio stampa e pubbliche relazioni, di attività di comunicazione, organizzazione eventi, reperimento fondi e di gestire la parte tecnica di alcuni progetti europei.

“L’attività che più ci caratterizza è la gestione del centro di recupero tartarughe marine di riferimento più importante dell’alto Adriatico. […] Oltre a ciò ci occupiamo di tanti altri progetti sulla cura dell’ecosistema in senso più ampio. […] Questi progetti vertono su diversi argomenti, per esempio sull’adottare sistemi di pesca che non danneggino le tartarughe marine, promuoverli presso i pescatori e testarli insieme a loro. O che riguardano l’inquinamento dei nostri mari. Quindi l’inquinamento da rifiuti ma anche quello acustico: è un problema molto grave per gli organismi che vivono in mare, per il loro orientamento, per la loro riproduzione e anche per la loro sopravvivenza in generale.”

Alice ha raccontato anche dell’importante coinvolgimento della Fondazione nel progetto Interreg Italia-Croazia, basato sull’idea che la cooperazione internazionale sia essenziale per affrontare i problemi legati alle risorse marine e costiere. L’obiettivo principale è la creazione di un sistema di gestione costiera intelligente per pianificare lo spazio marittimo in modo sostenibile, coinvolgendo esperti, autorità locali, istituzioni educative e organizzazioni ambientali internazionali.

I partner del progetto si impegnano a preservare le ricchezze del Mare Adriatico per ottenere benefici economici e al contempo proteggere l’ecosistema marino. Il progetto si basa sul Terzo Pilastro EUSAIR e sul relativo programma Flagship, unendo le esperienze di diversi progetti per promuovere una crescita sostenibile, ridurre l’inquinamento e la contaminazione e proteggere la biodiversità unica del Mare Adriatico.

Un altro aspetto cruciale del loro lavoro, ci racconta Alice, è occuparsi di sensibilizzazione ed educazione.

La Fondazione collabora attivamente con le scuole per comunicare alle nuove generazioni e ritiene il coinvolgimento dei giovani fondamentale per creare consapevolezza e promuovere un cambiamento positivo nel futuro. È molto importante riuscire ad arrivare a più persone possibili: raccontando, si va ad agire sulle coscienze delle persone.

Fare cultura è alla base del nostro lavoro, anche perché puoi fare il lavoro più bello del mondo, ma se lo riesci a comunicare bene e a raccontare a più persone possibili quello che fai alla fine questo lavoro riesce in una piccolissima percentuale. È molto importante invece riuscire ad arrivare a più persone possibili.

Fondazione Cetacea
Dai laboratori per ragazzi ai rilasci delle tartarughe marine in mare,
la Fondazione propone percorsi didattici e visite guidate a tutte le scuole.
Credit: Fondazione Cetacea

Continua Alice:

È estremamente importante il lavoro con le scuole, con le nuove generazioni perché sono di natura molto aperte, molto sensibili all’argomento e quindi possono essere coloro che porteranno un cambiamento in futuro. Quindi insomma, la comunicazione, la cultura è sicuramente uno degli aspetti più importanti di quello che facciamo.

Anche le collaborazioni hanno un ruolo fondamentale:

“Noi collaboriamo con diverse tipologie di altre organizzazioni e dicevi bene comunque anche enti pubblici con cui abbiamo un rapporto stretto, enti di ricerca, università con cui facciamo soprattutto progetti di ricerca e i progetti europei. Nell’ultimo periodo e negli ultimi anni ci stiamo anche avvicinando ad aziende con le quali c’è un rapporto di scambio. Perché noi siamo una piccola realtà quindi tendiamo ad avere dei rapporti umani e personali con le aziende con cui ci interfacciamo e in questi casi noi cerchiamo di suggerire delle buone pratiche a queste aziende e al tempo stesso loro ci supportano in attività e progetti volti alla salvaguardia del nostro mare o delle tartarughe. Quindi c’è un rapporto di reciproco scambio.”

La Fondazione ha scelto di gestire i propri progetti e i rapporti interni ed esterni nel modo più umano possibile.

Fondazione Cetacea: tartarughe, ma anche… delfini e squali!

La loro attività si occupa principalmente di tartarughe marine, tra i casi più importanti nel 2021 Fondazione Cetacea è intervenuta nel Nord del Mar Mediterraneo per salvare Cohiba, il carapace più grande al mondo rimasto impigliato in una rete a strascico, questo animale raggiunge anche i 900 kg. Inoltre, questo è uno dei ricordi più emozionanti di Alice:

Venire a stretto contatto con un animale così grande, così antico, tra l’altro così mansueto è stata un’emozione veramente incredibile.

Ma il centro si impegna nel recupero anche di altri animali tra cui delfini e squali, salvati e rilasciati nuovamente in natura.

“Sì, noi siamo un centro di recupero tartarughe ma anche un centro di recupero fauna marina nel senso più ampio e quindi ci occupiamo della salute un po’ di tutti gli ecosistemi che vivono nei nostri mari. Per quello che riguarda, per esempio, i cetacei e gli squali, essendo anche loro come le tartarughe, ovvero dei grandi vertebrati, sono molto importanti per la salute dell’ecosistema, quindi è importante proteggerli e studiarne lo stato di salute in Mediterraneo. Ed è per questo che tutte le volte che ci sono animali di questo genere in difficoltà noi interveniamo o comunque compiamo degli studi per monitorare le popolazioni che sono presenti nei nostri mari.

Come i dati che vengono raccolti hanno contribuito a migliorare la comprensione delle condizioni marine e a implementare le politiche di conservazione?

Tra i diversi dati possiamo trovare sia il numero di esemplari presenti in generale nell’alto Adriatico, sia dove migrano. Una volta che un animale viene curato e rilasciato, infatti, viene dotato di un dispositivo satellitare di tracciamento con il quale è possibile documentare i suoi spostamenti, per eventualmente andare a controllare in seguito le sue condizioni di salute.

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Nella foto il Direttore Sauro Pari mentre pratica il rilascio della tartaruga marina alla spiaggia delle Due Sorelle.
Credit: Fondazione Cetacea

“Un’altra informazione importante che abbiamo tra tante altre che abbiamo sono nel determinare quali sono gli hotspot, quindi i luoghi con la maggior presenza di tartarughe marine più o meno stanziali. Un hotspot molto importante, per esempio nella zona del delta del Po, perché c’è tanto da mangiare, quindi c’è un gran numero di tartarughe.

‘’In quelle aree noi per esempio interveniamo cercando di promuovere attrezzi da pesca che non catturino le tartarughe marine e quindi dispositivi che permettano alle tartarughe di uscire dalle reti a strascico e trappole target da sostituire con invece per esempio reti da posta che invece catturano indiscriminatamente di tutto.’’

Questa fonte di dati è molto importante perché ha permesso loro di notare l’impatto che i cambiamenti climatici hanno avuto sulle migrazioni: gli spostamenti verso Sud delle tartarughe sono diminuiti drasticamente a causa dell’aumento delle temperature. Tutti questi dati vengono poi inviati a ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un ente pubblico che lavora a stretto contatto con il Ministero dell’Ambiente.

Fondazione Cetacea emerge come un faro guida nella tutela del Mare Adriatico e del suo ricco ecosistema marino. Attraverso progetti europei come Sharklife, NetCet, e Tartalife, la Fondazione si posiziona al centro della sostenibilità ambientale.

L’impegno decennale di Fondazione Cetacea nel recupero e nella tutela degli animali marini, unito alla partecipazione attiva in iniziative internazionali, li conferma senza ombra di dubbio come autentici guardiani dei nostri mari.

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