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In un mondo in cui la sostenibilità è diventata l’ago della bilancia per il futuro del nostro pianeta, la pesca, uno dei settori più antichi e tradizionali, si trova ad affrontare sfide decisamente importanti. L’Italia, con le sue vaste coste, non fa eccezione, trovandosi al centro di un dibattito sul futuro della pesca sostenibile e sul ruolo che le innovazioni possono giocare nel mitigare le pressioni ambientali.
Tra le nuove sfide emerse vi sono le specie aliene, che rappresentano una minaccia per la biodiversità e l’economia locale. Una di queste, il granchio blu, ha suscitato particolare attenzione, diventando il fulcro dell’azione di una start-up visionaria: Mariscadoras.
Un nemico inaspettato: il granchio Blu
Il granchio blu, specie invasiva proveniente dall’Oceano Atlantico, si è rapidamente diffuso nelle acque italiane, causando preoccupazioni tra i pescatori e gli ambientalisti. Questo predatore, privo di nemici naturali nel Mediterraneo, sta compromettendo la biodiversità e l’economia della pesca locale, predando specie ittiche commercialmente preziose e alterando l’equilibrio degli ecosistemi marini.
Il granchio blu sta creando diversi danni, soprattutto nell’ambito della pesca e anche per la biodiversità autoctona, in quanto non presenta predatori nell’Adriatico e quindi si sta nutrendo un po’ di tutte le specie commerciali.
Carlotta Santolini, Biologa Marina
Questa situazione ha reso il granchio blu un bersaglio prioritario per interventi mirati.
La Risposta Innovativa della start-up Mariscadora
Di fronte a questa sfida ambientale, la start-up Mariscadoras ha intrapreso un percorso rivoluzionario. Fondata da 5 donne determinate questa impresa mira a trasformare la minaccia del granchio blu in un’opportunità: attraverso un modello di business sostenibile, Mariscadoras promuove l’utilizzo del granchio blu come risorsa alimentare, contribuendo al contempo alla salvaguardia degli ecosistemi marini.
Le 5 donne Riminesi, Carlotta Santolini, Matilda Banchetti, Ilaria Cappuccini, Alice Pari e Giulia Ricci hanno preso ispirazione dalla storia delle donne galiziane e dal loro lavoro. L’obiettivo principale è quello di riuscire a fare impresa generando allo stesso tempo un impatto positivo verso l’ambiente e la società.
Omaggio alle Tradizioni: chi sono le Mariscadoras?
Mariscadoras si ispira e rende omaggio alle Mariscadoras galiziane, simbolo di resilienza e impegno femminile nel settore della pesca.
Questo tipo di lavoro, particolarmente diffuso nella storia della Galizia, era svolto da numerose donne con l’obiettivo di guadagnare un reddito supplementare per sostenere il marito e la famiglia. Il problema, tuttavia, era che tale attività non veniva riconosciuta ufficialmente, negando così l’accesso alla sicurezza sociale e ad altri benefici, quali ad esempio la pensione.
Questa situazione inizia ad avere un punto di svolta intorno agli anni ’90 quando le organizzazioni delle Mariscadoras hanno cominciato ad aderire alle varie corporazioni dei pescatori così da avere un riconoscimento ufficiale nel settore della pesca ottenendo sicurezza, protezione e altri benefici.
Sebbene da alcuni anni si cominci a intravedere un barlume di speranza, ancora oggi molte donne nel settore della pesca rimangono invisibili.
Ancora non è usuale la presenza di donne nel settore della pesca professionale e ci sono sempre più donne invece che vogliono accedere a queste condizioni lavorative e noi, nel nostro piccolo, vogliamo essere in qualche modo anche parte di questo movimento e quindi insieme alle Mariscadoras galiziane stiamo sviluppando dei progetti europei per portare la loro esperienza e cercare di condividere quelli che sono i loro traguardi, per cercare appunto di sviluppare anche qua un movimento simile.
Alice Pari, manager delle relazioni pubbliche
Alice Pari, manager delle relazioni pubbliche, sottolinea l’importanza di questo legame, evidenziando come la start-up non solo affronti le sfide ambientali ma promuova anche l’empowerment femminile in un settore tradizionalmente maschile.
Il Progetto Blueat
Sotto la guida di Matilda Banchetti, project manager, il progetto Blueat rappresenta l’essenza dell’innovazione sostenibile. Utilizzando metodi di pesca selettivi che rispettano l’ambiente marino, Mariscadoras lavora a stretto contatto con i pescatori locali per catturare il granchio blu, trasformandolo in prodotti gastronomici di alta qualità. Questi vengono poi distribuiti non solo in Italia ma anche in mercati internazionali, con un focus particolare sul mercato americano, dove il granchio blu è considerato una prelibatezza.
Con il progetto Blueat, le Mariscadoras vogliono informare e incentivare alla pesca di queste specie invasive tramite una strumentazione specifica e sostenibile, Come? Innanzitutto c’è stato un lavoro di informazione dei pescherecci, spingendoli a pescare il granchio blu senza buttarlo in mare, così che la start up ha promesso di offrire la sua disponibilità nell’acquisto del granchio, un ecosistema che si estende dai ristoranti alla GDO (Grande distribuzione organizzata).
Quello che facciamo è proprio creare una filiera sostenibile in modo tale che partiamo dalla base e quindi dai pescatori, dai quali compriamo il granchio blu. Questo viene trasformato in prodotti che poi vengono venduti sia nella GDO che la ristorazione che nel mercato estero.
Carlotta Santolini, biologa marina
Oltre alle infinite possibilità gastronomiche la cattura del granchio blu può giovare a numerosi altri settori.
Le risorse del granchio blu: tra circolarità e riutilizzo
Questa specie di granchio, nonostante sia decisamente pericolosa per la biodiversità e gli ecosistemi, può essere una grande opportunità in numerosi ambiti.
Oltre alla decisione di inserire il granchio blu nel mondo della gastronomia, le ragazze hanno cercato altre soluzioni per sfruttare anche lo scarto del granchio che è più del 60%.
Da questi scarti è stato possibile creare una bioplastica, più in particolare è possibile realizzarla partendo dalla chitina che è una specifica proteina che si trova nel carapace del granchio, che altro non è una parte del suo esoscheletro.
Sempre Carlotta, in questo processo di recupero del granchio, ci ha spiegato come da questi crostacei:
… estraiamo il chitosano, che ha diverse applicazioni in ambito medico, in ambito farmaceutico oppure del packaging alimentare, che presenta anche delle proprietà molto più alte rispetto al design commerciale.
La storia ed il percorso che hanno e stanno tutt’ora intraprendendo questi 5 giovani ragazze deve essere un esempio per tutti!
La capacità di analizzare e comprendere un problema prima che diventi evidente a tutti ha permesso la creazione di una startup capace di offrire soluzioni concrete, strutturate e, soprattutto, sostenibili a un problema che minaccia la biodiversità dei nostri territori.
Ispirandosi alla storia delle Mariscadoras galiziane, le nostre Mariscadoras di Rimini ci conducono verso una maggiore consapevolezza di come un problema possa trasformarsi in un’opportunità e, soprattutto, di come promuovere l’empowerment sostenendo un settore che ha ancora bisogno di emergere, se veramente crediamo in ciò che stiamo facendo.
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