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Sostenibilità nel mondo digitale: il caso Elmec

Come l’innovazione digitale e la sostenibilità ambientale guidano il futuro di un’eccellenza italiana.

copertina - easy4green

L’impatto ambientale del digitale

Internet è sempre più integrato in tutti gli aspetti della vita moderna, andando oltre la tradizionale navigazione sul web per influenzare attività come guardare la TV e, potenzialmente, guidare automobili e offrire connettività video globale ad alta definizione attraverso dispositivi indossabili. Questa espansione è accompagnata da un’impennata nell’utilizzo dei dati, che, secondo un report di Greenpeace, cresce di oltre il 20% all’anno.

La proliferazione di smartphone a prezzi accessibili sta determinando un aumento vertiginoso del traffico internet mobile, con un incremento del 69% solo nel 2014, e si prevede che gli abbonamenti alla banda larga mobile raggiungeranno i 7,6 miliardi entro il 2020.

Nonostante i potenziali guadagni in termini di efficienza energetica derivanti dalla digitalizzazione, la crescente domanda di servizi digitali, in particolare di data center, sta portando a un aumento del consumo energetico complessivo. Ciò è dovuto in parte al passaggio allo streaming video e al cloud storage, che richiede una notevole capacità dei data center.

Sebbene questa transizione possa ridurre l’impronta di carbonio rispetto ai metodi tradizionali, potrebbe paradossalmente portare a un maggiore consumo energetico complessivo e all’inquinamento associato. Di conseguenza, se le aziende leader di Internet non adottano fonti energetiche più pulite, la comodità dei servizi digitali come lo streaming potrebbe aumentare l’impronta di carbonio.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale (IA), software come ChatGPT richiedono centri dati altamente potenti che consumano grandi quantità di energia elettrica. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, questi centri, insieme all’IA e alle criptovalute, rappresentano il 2% del consumo elettrico mondiale, una cifra che potrebbe raddoppiare entro il 2026, equiparando il consumo del Giappone. Inoltre, i server necessitano di molta acqua per il raffreddamento, con una stima che prevede un aumento del prelievo idrico tra 4,2 e 6,6 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027.

Sebbene le aziende del settore sostengano che l’IA possa contribuire a migliorare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale in vari settori, alcuni esperti sono scettici, citando il paradosso di Jevons, che indica come l’efficienza possa paradossalmente aumentare il consumo di una risorsa. La valutazione dell’impatto è complicata anche dalla mancanza di trasparenza delle aziende, ma l’Unione Europea e il Partito Democratico degli Stati Uniti stanno introducendo leggi come l’Ai act, approvato a febbraio, che obbligherà le aziende a riferire in modo dettagliato il loro consumo di energia e risorse a partire dal 2025.

L’energia necessaria per il mondo digitale: quello che dicono i dati

Quanta energia consuma il mondo digitale? Se dovessimo equiparare il web ad una Nazione, sarebbe il quarto Paese al mondo per consumo di CO2 e il terzo per consumo di energia elettrica.
75,6 milioni di MWh è la quantità di energia consumata da parte delle Big Tech, dal 2018 al 2021, le quali, nonostante questi dati negativi, sono impegnate nel miglioramento del loro impatto sull’ambiente.

the shift project | elmec

Lo Shift Project riporta che l’energia utilizzata dai centri dati, dai server e dalle reti di Internet, in particolare per lo streaming di contenuti video, genera oltre 300 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, costituendo l’1% delle emissioni globali e crescendo del 9% ogni anno. Nonostante il significativo impatto ambientale della tecnologia digitale, la consapevolezza rimane scarsa.

Mainstreaming: un esempio di sostenibilità digitale

MainStreaming, guidata dal CEO Tassilo Raesig, è una Intelligent Media Delivery Company che punta alla sostenibilità nel settore digitale.

MainStreaming sottolinea l’importanza di misurare l’impronta di carbonio nei servizi digitali. L’azienda ha implementato un Edge Video Delivery Network innovativo ed efficiente dal punto di vista energetico. Si tratta nello specifico di un sistema progettato per migliorare l’efficienza e la qualità dello streaming multimediale, minimizzando la latenza e migliorando la velocità. MainStreaming si distingue in particolare per la sua architettura a singolo strato, che semplifica la rete e riduce il consumo energetico fino al 50% rispetto alle reti tradizionali. Questa configurazione non solo favorisce la sostenibilità ambientale riducendo l’impronta di carbonio, ma offre anche una migliore esperienza di streaming con un accesso più veloce e affidabile ai contenuti.

 MainStreaming calcola la propria impronta di carbonio con ClimatePartner, identificando i principali punti di emissione e sostenendo progetti climatici in Eritrea e Cile.

In qualità di membro fondatore dell’iniziativa Greening of Streaming, MainStreaming promuove pratiche di efficienza energetica in tutto il settore.

La sede centrale dell’azienda a Milano è riconosciuta come il condominio più ecologico d’Italia, con un’importante installazione fotovoltaica.

MainStreaming mira a fornire soluzioni di distribuzione video sostenibili e di alta qualità, concentrandosi sulla riduzione dell’impatto ambientale e migliorando l’esperienza degli utenti.

Facendo sempre riferimento all’efficientamento energetico, un altro esempio è il caso di Retelit, un partner per la trasformazione digitale delle aziende, che è riuscita a risparmiare 538.000 kWh di energia realizzando un piano di efficientamento energetico per i Data Center. Retelit insieme a 3Bee ha creato l’Oasi della Biodiversità che consente di adottare un’arnia ed il suo monitoraggio: tramite la tecnologia 3Bee Hive-Tech si possono monitorare i parametri ambientali per analizzare la biodiversità circostante e la salute delle api.

Elmec: il percorso verso la sostenibilità digitale

Il concetto di Corporate Sustainability è fondamentale per ogni azienda, in quanto significa rispettare i pilastri ESG (Environment, Social, Governance).

ESG | elmec

Entrando nello specifico, Environment comprende tutte le azioni che l’azienda compie con un impatto sull’ambiente: le modalità di gestione dei rifiuti, l’impatto idrico e climatico, la sostenibilità delle materie prime utilizzate. Il secondo pilastro, Social prende in considerazione le politiche interne di un’azienda che vengono rispettate, come la salute e la sicurezza dei lavoratori, lo sviluppo del capitale umano, le condizioni della supply chain ed il benessere delle comunità territoriali.

Tale pilastro è di fondamentale importanza perché strettamente collegato agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile; le aziende, infatti, possono permettere un miglioramento della qualità di vita dei propri dipendenti attraverso: la promozione della diversità e parità di genere, il rispetto dei diritti umani, la revisione degli standard di lavoro oppure l’assistenza all’infanzia.

L’ultimo pilastro, Governance, all’interno di un’azienda comprende principi come l’etica, la privacy, il rispetto della meritocrazia e dei sistemi retributivi etici. Perciò racchiude tutta la struttura societaria, i diritti degli azionisti e le procedure di gestione interna.

elmec

Il Gruppo Elmec è un’azienda italiana di servizi e soluzioni IT, riconosciuta da Forbes come una delle top 50 aziende italiane nel campo dell’evoluzione digitale. Elmec è fortemente orientata alla sostenibilità, con un piano ESG ricco di iniziative per il benessere dei dipendenti e la protezione del clima.

L’azienda ha misurato le proprie emissioni di carbonio insieme a ClimatePartner, implementando pannelli fotovoltaici, impianti geotermici e sistemi di domotica per ridurre i consumi energetici. Elmec promuove la mobilità elettrica e sostenibile, ha ridotto l’uso di plastica e sostiene progetti locali come la riforestazione del Parco Campo dei Fiori. Infine, attraverso il progetto Elmec4You, l’azienda offre un ambiente di lavoro centrato sul benessere e la formazione dei dipendenti.

Perché Elmec ha scelto di certificarsi?

Elmec ha scelto di certificarsi per rafforzare il proprio impegno verso la responsabilità sociale d’impresa (CSR) e la sostenibilità, temi sempre più centrali per i suoi dipendenti. Queste iniziative sono accolte positivamente e comunicate attraverso diversi canali, come il rapporto di sostenibilità annuale, la rivista aziendale e il blog interno.

Da 50 anni, Elmec dimostra trasparenza verso gli stakeholder attraverso la gestione delle certificazioni ambientali; infatti l’azienda ricevette il riconoscimento da parte di Consumer Lab, che ha classificato Elmec al 44° posto nel Future Respect Index del 2020.

Collaborazione con ClimatePartner

ClimatePartner è un partner per le aziende che vogliono dare il loro contributo nella protezione del clima e rendere le proprie attività meno impattanti.

Per permettere alle aziende di raggiungere questi obiettivi, ClimatePartner offre una soluzione in 5 passi: Misurazione dell’impronta carbonica, Definizione di obiettivi di riduzione, Implementazione delle strategie di riduzione, Finanziamento di progetti climatici e Comunicazione chiara e trasparente. Tutti questi step li abbiamo già visti su Easy4green, spiegati nel dettaglio dal General Manager Italia Giorgio Bertolini.

climate partner | elmec

Un obiettivo chiave per molte aziende, tra cui il Gruppo Elmec, è la decarbonizzazione, che implica la riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO₂) lungo il processo aziendale. Secondo l’Accordo di Parigi, adottato da 196 paesi nel 2015 e in vigore dal 2016, i governi e le aziende sono obbligati a dimezzare le emissioni entro il 2030 e raggiungere il net-zero entro il 2050. Il concetto di net-zero rappresenta l’equilibrio tra la quantità di gas serra emessi e quella rimossa dall’atmosfera, attraverso la riduzione delle emissioni, la decarbonizzazione del sistema energetico e l’assorbimento dell’anidride carbonica residua.

Per ridurre le emissioni, le aziende devono adottare diverse strategie mirate a minimizzare il loro impatto ambientale.

Le aziende possono implementare misure di efficienza energetica, come l’adozione di tecnologie più sostenibili e la riduzione dei viaggi in aereo a favore di mezzi di trasporto meno inquinanti. Alcune di queste misure possono richiedere adattamenti nei processi produttivi e coinvolgere anche la catena di fornitura.

ClimatePartner, in collaborazione con il Gruppo Elmec e il Parco Regionale Campo dei Fiori, sta contribuendo alla rinascita del parco dopo i gravi danni causati da eventi meteorologici estremi. Il parco, situato vicino al Sacro Monte di Varese, è stato devastato da un incendio nel 2017 e dalla tempesta “Alex” nel 2020, che hanno distrutto gran parte della sua vegetazione.

Vediamo alcune soluzioni implementate da Elmec:

Energia rinnovabile ed efficienza energetica

Fin dalla sua fondazione nel 1971, Elmec si impegna per uno sviluppo sostenibile, andando oltre la semplice crescita economica. Elmec investe in tecnologie sostenibili e pratiche green, come l’uso di materiali riciclabili e l’efficientamento energetico dei prodotti. Utilizza fonti energetiche rinnovabili, con impianti fotovoltaici e geotermici, e adotta tecnologie a basso consumo e sistemi di monitoraggio per ridurre i consumi energetici.

Nel 2023, gli impianti hanno prodotto 302.500 kWh, risparmiando 160.325 kg di CO2. Inoltre, l’azienda ha adottato lampade LED di nuova generazione in tutte le sedi, che offrono un risparmio del 50% rispetto alle lampade tradizionali. Grazie ai sistemi di regolazione, il risparmio totale arriva a un ulteriore 10%.

Trasporti sostenibili

Elmec ha adottato diverse misure per migliorare la sostenibilità dei trasporti. Utilizza sistemi di videoconferenza per ridurre la necessità di viaggi, ha ampliato la sua flotta con auto elettriche e a metano, e incentiva il carpooling tra i dipendenti. Queste iniziative mirano a diminuire il numero di spostamenti e a ridurre l’inquinamento atmosferico.

Riduzione della plastica

Elmec ha lanciato il progetto “Plastic Aware”, nel 2019, per ridurre l’uso della plastica nelle sue sedi.

Questa iniziativa ha portato a una riduzione del 75% nella vendita di bottigliette di plastica, contribuendo significativamente alla diminuzione dei rifiuti plastici.

Politiche di riduzione della plastica Elmec | Easy4Green

Investimento in progetti per la protezione del clima

Il progetto combinato di ClimatePartner Parco Regionale Campo dei Fiori sostiene la rinascita del parco dopo i gravi danni causati da eventi meteorologici estremi. Il parco, situato vicino al Sacro Monte di Varese, è stato devastato da un incendio nel 2017 e dalla tempesta “Alex” nel 2020, che hanno distrutto gran parte della sua vegetazione.

Il Gruppo Elmec, grazie ad un contributo finanziario, concorre alla riforestazione del Parco, attraverso la rimozione di circa 3500 piante danneggiate e la piantumazione di 5000 nuove specie arboree e arbustive su un’area di 2500 mq. L’intervento non solo contribuirà alla rinascita ecologica del parco, ma permetterà anche alle aziende di compensare le loro emissioni attraverso un progetto certificato.

Giorgio Bertolini, Managing Director di ClimatePartner
Giorgio Bertolini
Crediti: ClimatePartner sito web

Giorgio Bertolini di ClimatePartner Italia ha lodato i risultati iniziali del progetto, sottolineando l’importanza di integrare la protezione del clima con gli obiettivi aziendali.

Il Parco è anche utilizzato per attività educative, invitando clienti e non a vedere direttamente i cambiamenti climatici e i danni ambientali.

La collaborazione con ClimatePartner è preziosa, l’anello che collega il Parco con il mondo delle aziende private, così da creare un unico ecosistema che lavora nella stessa direzione; per un futuro prospero e sostenibile del nostro territorio

Giuseppe Barra, Presidente Parco Campo dei Fiori

L’impatto dei dati e i RAEE

Fino ad ora abbiamo parlato solo di impatto dei dati del digitale, ma un grosso impatto viene dall’hardware utilizzato per lo scambio dei dati.

I RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) sono dispositivi elettrici o elettronici giunti a fine vita, come elettrodomestici, computer, smartphone, lampade e altri dispositivi simili. Questi rifiuti sono particolarmente dannosi per l’ambiente a causa della loro tossicità e non biodegradabilità.

Il rapporto Global E-waste Monitor 2024 rivela una sfida ambientale significativa, in quanto la produzione di rifiuti elettronici (e-waste) continua a crescere in modo significativo. Nel 2022 è stata prodotta la cifra record di 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, con un aumento dell’82% rispetto al 2010. Questa impennata è in gran parte determinata dai progressi tecnologici, dall’aumento dei consumi e dalla riduzione del ciclo di vita dei prodotti.

Una nuova direttiva comunitaria, nota come Open Scope e introdotta dal 15 agosto 2018, ha ampliato la definizione di RAEE, includendo non solo grandi dispositivi, ma anche piccoli oggetti elettronici come chiavette USB, cavi e prolunghe elettriche, che devono essere smaltiti correttamente.

Questo cambiamento ha aumentato significativamente il volume di rifiuti elettronici da gestire, rendendo ancora più urgente il riciclo per ridurre l’impatto ambientale e recuperare risorse preziose.

In questo contesto, il docufilm Materia Viva gioca un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica italiana sull’importanza del riciclo dei RAEE. Il film, promosso da Erion WEEE e Libero Produzioni, mette in evidenza come sia cruciale adottare comportamenti sostenibili e promuovere l’economia circolare per limitare l’accumulo di rifiuti elettronici e recuperare le risorse contenute in essi.

È possibile conciliare lo sviluppo tecnologico con la tutela dell’ambiente?”. La narrazione di “Materia Viva” ruota attorno a questa domanda cruciale, posta anni fa dall’indimenticabile Piero Angela. La risposta è un deciso “sì”, anche grazie al riciclo dei RAEE. Le storie e testimonianze dei 29 talenti presenti nel docufilm lo dimostrano, mentre la tecnologia, uno dei protagonisti principali, osserva e accompagna i loro racconti. Tra i volti che compaiono all’interno di “Materia Viva” possiamo notare Carlo Conti, Shailene Woodley, Vittorio Sgarbi e Alessandro Del Piero.

Dell Technologies

Un approccio fondamentale è quello dell’economia circolare, che promuove la condivisione, il riutilizzo, la riparazione e il riciclo dei materiali e dei prodotti. Questo modello estende il ciclo di vita dei prodotti e riduce i rifiuti al minimo, permettendo di riutilizzare i materiali all’interno del ciclo produttivo.

Dell Technologies si impegna da anni su questo fronte.

Come si legge sul loro sito l’azienda ha attuato un programma di riciclo globale oltre 20 anni fa e dal 2007 sono stati recuperati oltre 1,1 miliardi di kg di prodotti elettronici usati.

Il brand utilizza plastiche riciclate, magneti di terre rare e alluminio provenienti da tecnologie fuori uso e sfrutta i flussi di rifiuti di altre industrie, come la fibra di carbonio recuperata, per creare materiali sostenibili per i nuovi prodotti Dell.

Progetta inoltre prodotti facilitandone la riparazione, il riutilizzo e il riciclo, sfruttando design modulari, strumenti standard e adesivi limitati per prolungarne la durata e mantenere ancora più materiali in circolo.

Alcune start-up

IZ Renewable Luxury per esempio si occupa di recuperare oro, argento e palladio da dispositivi elettronici (Urban Mining) per i marchi di gioielli, orologi e accessori moda.

Hiro NISA, di Hiro Robotics, che grazie all’intelligenza artificiale, è in grado di riconoscere i componenti montati su una scheda elettronica, di assegnare un valore monetario alla scheda e di selezionarla in base alla politica dell’impianto di riciclaggio specifico, 3 volte più velocemente rispetto alla selezione manuale.

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