Capsule o cialde: quanto pesa sull’ambiente e sull’uomo la pausa caffè?
Il piacere di un caffè caldo è un rito irrinunciabile per molti di noi perché si tratta di una pausa rigenerante in ufficio, un momento conviviale con gli amici o una colazione veloce per iniziare la giornata.
Ogni tazza di caffè, infatti, porta con sé effetti collaterali che vanno ben oltre il piacere del momento, influenzando l’ambiente, incidendo sulla nostra salute e condizionando le vite di chi lavora nelle piantagioni dei Paesi produttori.
Quello che sembra un piccolo e semplice gesto, in realtà può nascondere un impatto significativo. La scelta tra capsule e cialde per la preparazione del caffè non è infatti soltanto una questione di gusto o praticità.
In questo articolo, esploreremo le distinzioni tra questi due approcci, i loro benefici e come applicarli nella vita quotidiana.
Indice
Quali sono i materiali usati per le confezioni monodose di caffè
Il packaging del caffè monodose è progettato per conservare al meglio aroma e freschezza, proteggendo il prodotto da luce, aria e umidità che ne comprometterebbero la qualità. Questa confezione non deve solo essere funzionale, ma anche attraente, puntando su estetica e praticità.
Tuttavia, i materiali utilizzati per le capsule e le cialde monodose possono avere conseguenze rilevanti sull’ambiente.
Capsule in Alluminio
L’alluminio, utilizzato per le sue proprietà di conservazione, protegge il caffè da luce, aria e umidità, mantenendo freschezza e aroma. Tuttavia, la sua produzione ha un impatto rilevante sulle foreste.
L’estrazione della bauxite infatti, necessaria per produrre alluminio, avviene in aree tropicali e subtropicali, ed è causa di deforestazione, perdita di biodiversità e danni agli ecosistemi. Inoltre, il processo di produzione è ad alta intensità energetica con elevate emissioni di gas serra, uno dei principali fattori del cambiamento climatico.
Capsule in Plastica
La plastica è un altro materiale molto usato nelle capsule per le sue capacità di isolamento e per la sua leggerezza, eppure causa gravi danni. Purtroppo, gran parte della plastica prodotta finisce nei mari e negli oceani, causando incidenti alla fauna marina e contaminando di microplastiche la catena alimentare.
Nonostante la plastica di alcune capsule possa essere riciclata, la raccolta differenziata non sempre avviene in modo efficace, portando così a una dispersione nell’ambiente.
Capsule Compostabili
Le capsule compostabili rappresentano un’alternativa più ecologica, poiché possono essere trasformate in fertilizzante naturale. Tuttavia, non tutte le capsule compostabili sono certificate: la certificazione CIC (Consorzio Italiano Compostatori) assicura che il materiale si degradi efficacemente nei centri di compostaggio.
Capsule Biodegradabili
Materiali biodegradabili, sia per capsule sia per cialde, sono progettati per decomporsi naturalmente grazie all’azione dei microorganismi.
Tuttavia, la biodegradabilità può variare a seconda delle condizioni: materiali che si degradano rapidamente in centri di compostaggio industriale possono non decomporsi efficacemente in discarica o in ambienti naturali. Questa opzione è vantaggiosa per le cialde, che, essendo prevalentemente in carta, si biodegradano più facilmente rispetto alle capsule in plastica.
Riciclabili
Al giorno d’oggi è necessario fare attenzione all’attività di riciclo per riuscire a sostenere un comportamento il più ecosostenibile possibile.
Riciclare le capsule di caffè in modo corretto permette di evitare che queste vengano gettate all’interno dell’indifferenziata senza la possibilità di inserirle nel sistema di riciclo di plastica o alluminio. Per il riciclo delle cialde, invece, il discorso è differente.
Capsule e cialde: guida allo smaltimento
Sia le capsule che le cialde, essendo confezioni monodose, offrono la comodità di preparare un ottimo caffè in pochi secondi. Tuttavia, queste creano inevitabilmente dei residui che necessitano di un corretto smaltimento. La domanda che sorge spontanea è: dove devono essere gettati questi rifiuti affinché possano essere trattati nel modo giusto, senza compromettere l’ambiente?
Dove si buttano le capsule in alluminio?
Le capsule in alluminio richiedono un processo specifico in quanto è necessario prima rimuovere la polvere di caffè e gettarla oppure utilizzarla come del fertilizzante per le piante e poi lavare gli involucri e depositarli nel giusto contenitore, prestando attenzione alle linee guida che differiscono da Comune a Comune.
Dove si buttano le capsule in plastica?
Per le capsule in plastica è necessario fare molta attenzione: una volta preparato il caffè la capsula va aperta, ripulita dai residui e gettata nell’apposito contenitore dedicato ai rifiuti, rispettando le indicazioni del Comune di appartenenza.
Dove si buttano le capsule e cialde compostabili?
I materiali con cui sono realizzate permettono che sia il residuo di caffè rimasto dopo la preparazione che l’involucro stesso possono essere gettati senza timore nell’umido e senza dover separare le parti.
Questo si traduce come vantaggio per i consumatori perché si ha uno smaltimento semplice e a impatto zero.
Dove si buttano le capsule e cialde biodegradabili?
Le capsule e cialde biodegradabili sono progettate per decomporsi naturalmente nel tempo, ma è importante sapere come smaltirle correttamente. In generale, queste vanno gettate nell’umido. Questo perché i materiali biodegradabili, come ad esempio il PLA (acido polilattico), si degradano tramite l’azione dei microorganismi presenti nel compost, trasformandosi in materia utile per il suolo.
Come si smaltiscono le macchine del caffè?
Le macchine da caffè, essendo dispositivi elettronici, devono essere smaltite come Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Per questo, possono essere consegnate presso le isole ecologiche o nei centri di raccolta comunali.
Inoltre, quando si acquista una nuova macchina del caffè, è possibile restituire il vecchio apparecchio al rivenditore, che spesso offre la possibilità di smaltirlo gratuitamente, anche senza un obbligo di acquisto di nuovi prodotti. Questa prassi aiuta a garantire che i dispositivi vengano trattati correttamente, evitando danni all’ambiente e recuperando materiali utili.
Il caffè in capsule o cialde è dannoso per la salute?
Il caffè in capsule o cialde è una delle scelte più popolari tra i consumatori, grazie alla sua praticità. Tuttavia, c’è una crescente preoccupazione riguardo alla possibilità che questi prodotti possano contenere sostanze dannose per la salute, comprese quelle potenzialmente tossiche o cancerogene. Ma è davvero così?
Le sostanze tossiche o cancerogene contenute nelle capsule
In Italia si sta discutendo dei rischi legati al furano, un composto che si forma durante la tostatura e la preparazione del caffè. Esso è un liquido incolore, considerato cancerogeno e persistente nell’ambiente. È presente in concentrazioni più alte all’interno delle capsule, mentre nel caffè preparato con la moka e nelle cialde le quantità sono generalmente basse e non rappresentano un rischio significativo per la salute.
Le sostanze tossiche o cancerogene contenute nel caffè
Il caffè in sé, indipendentemente dalla sua forma, contiene alcune sostanze chimiche che possono essere potenzialmente pericolose per la salute. Tra queste, la principale preoccupazione è la presenza di acrilamide, un composto che si forma naturalmente durante la tostatura dei chicchi di caffè.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i livelli di acrilamide contenuti nel caffè sono considerati bassi e non costituiscono un rischio immediato per la salute se inserito in una alimentazione equilibrata.
Il caffè è un piacere, ma quanto ci costa?
Il caffè è una delle bevande più consumate in Italia, ma quanto incide sul nostro portafoglio e sull’ambiente?
Il volume di affari del caffè
Il caffè rappresenta un settore economico di grande importanza, con un volume d’affari che supera i 6 miliardi di euro ogni anno, traducendosi in milioni di chilogrammi di miscela venduti. Nelle sue varianti più sofisticate ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni.
Tuttavia, l’alto prezzo di queste opzioni, pesa sul bilancio familiare e sui consumatori che cercano comodità a scapito del costo.
Un’alternativa economica e sostenibile: la moka
Se il caffè in capsule è comodo ma costoso, una valida alternativa è la moka, che offre numerosi vantaggi sia economici che ecologici. La moka non solo è molto più economica, ma rappresenta una soluzione ecosostenibile, poiché funziona senza bisogno di materiali usa e getta, utilizzando solo il caffè in polvere. Inoltre, il suo utilizzo riduce gli sprechi, essendo un oggetto durevole nel tempo e facilmente riciclabile.
Con l’avvento di prodotti riutilizzabili e durevoli, come la Keep Cup, un tipo di tazza riutilizzabile, è possibile promuovere un futuro più sostenibile nel consumo quotidiano di caffè, evitando i costi ambientali legati ai prodotti monouso.
Questa tendenza è sempre più popolare, specialmente per la Gen Z: consumatori responsabili che cercano di combinare piacere e consapevolezza ecologica.
La pausa caffè è un diritto, ma rispetta i diritti di tutti?
Dietro ogni tazzina si nascondono, però, problematiche legate ai diritti umani e alle condizioni di lavoro.
Lo sfruttamento dei lavoratori nelle piantagioni
Nelle piantagioni di caffè, specialmente in paesi come il Guatemala, le condizioni di lavoro sono spesso dure e caratterizzate dallo sfruttamento. Molti lavoratori sono costretti a lavorare in condizioni precarie, con salari bassissimi e senza garanzie di sicurezza o diritti fondamentali.
La raccolta del caffè è un lavoro faticoso, spesso avviene in condizioni difficili, con turni estenuanti e l’assenza di diritti sindacali. Le difficoltà economiche e la mancanza di accesso all’istruzione e alla sanità spingono le famiglie a ricorrere al lavoro minorile, perpetuando un ciclo di povertà e disuguaglianza.
Caffè Fairtrade
Per contrastare queste ingiustizie, una soluzione è il caffè Fairtrade. Questo tipo di caffè proviene da piantagioni che aderiscono agli standard del commercio equo e solidale, che garantiscono ai produttori migliori condizioni di lavoro.
I coltivatori di caffè Fairtrade sono anche supportati con progetti di sviluppo sociale e formazione, migliorando la loro qualità della vita e quella delle loro comunità. Il commercio equo e solidale promuove la parità di genere e la protezione dei diritti dei lavoratori, contribuendo a combattere il lavoro minorile e lo sfruttamento.
Caffè Biologico
Un’altra alternativa è il caffè biologico, che viene coltivato senza l’uso di pesticidi chimici, rispettando l’ambiente e la salute dei lavoratori.
Oltre a essere una scelta ecologica, il caffè biologico è spesso prodotto in piccole aziende agricole che aderiscono a pratiche sostenibili e eque.
In questo modo, i produttori vengono remunerati in modo giusto, ricevendo compensi migliori rispetto al mercato convenzionale, e le pratiche agricole rispettano la biodiversità e la qualità del suolo.
Alla prossima pausa caffè, pensiamo non solo al gusto e alla comodità, ma anche al rispetto per l’ambiente e per le comunità che lo producono!
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